domenica 17 agosto 2014

"Prima del silenzio". Una notte d'inverno, la strada ghiacciata, neve tutt'intorno, un'auto sbanda, si schianta contro un albero, il guidatore è gravemente ferito. Aveva appuntamento con lo sconosciuto che poche ore prima aveva rapito suo figlio Sven, mentre era fuori casa con il fratello maggiore. Adesso tutto è inutile: l'uomo sa che sta per morire. E sa che anche suo figlio morirà. "Dopo il silenzio". Da ventitré anni lo psichiatra Jan Forstner vive con l'angoscia della scomparsa del fratellino. Tutto ciò che gli resta è un registratore che Jan aveva portato con sé la notte in cui erano usciti insieme e dove sono incise le ultime parole di Sven: "Quando torniamo a casa?" E poi il silenzio. E gli incubi che da quella notte non hanno smesso di tormentarlo. La notte in cui il padre è morto in un incidente d'auto. La vita di Jan si riassume tutta in quella notte: ha studiato psichiatria come suo padre, si è specializzato in criminologia e ora è tornato al punto di partenza: alla Waldklinik, la clinica dove lavorava il padre e dove adesso lavorerà anche lui. Vorrebbe ricominciare a vivere, lasciarsi alle spalle l'incubo, ma quando una paziente della clinica si suicida. Jan si trova coinvolto in un'indagine che svelerà un segreto atroce rimasto sepolto per ventitré anni...


RECENSIONE
Con Il superstite Wulf Dorn, autore del noto best-seller planetario La psichiatra, ci riporta nuovamente alle atmosfere cupe e misteriose dello psycotriller. Questo genere ormai quotato in Germania in cui crimini, mistero e psicologia vengono miscelati è per Dorn una vera e propria lotta con la paura. Perchè l'originalità dei suoi romanzi è nello svolgimento di un'indagine senza coinvolgere commissari di polizia.
C’è sempre una doppia indagine nei romanzi di Dorn, quella alla ricerca di un colpevole e quella, più importante ancora, all’interno di menti malate alla ricerca delle motivazioni che spingono al delitto. È chiaro che le due indagini finiscono per intrecciarsi indissolubilmente, la seconda più interessante della prima, anche per le conoscenze specifiche dello scrittore. Che tuttavia abusa in maniera un poco eccessiva, ne Il superstite, di comportamenti limite di casi disturbati, quasi che tutti gli psicopatici o i ‘fuori di testa’ fossero calamitati verso la Waldklinik. Però Wulf Dorn sa trascinare il lettore, seminando indizi, fuorviandolo, capovolgendo i sospetti. Lasciandolo con il fermo proposito di non ricorrere mai all’aiuto di uno psichiatra.



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