mercoledì 27 agosto 2014


Racconti di viaggio 

Al vostro arrivo a MARRAKECH, la "Città rossa", sarete sorpresi dal contrasto di colori: la città, i suoi muri di mattoni rosa con le buganvillee (un particolare tipo di pianta), una moltitudine di palme e una rigogliosa vegetazione e, come sfondo un paesaggio magnifico con le cime innevate dell'alto Atlante sotto un cielo luminoso blu intenso. Perennemente soleggiata e intrisa di profumo di gelsomino o dei fiori di arancio dei suoi giardini.
All'interno delle mura di mattoni, nei vicoli brulicanti della sua medina, regna un'attività intensa, caratterizzata da urla di mendicanti, colori vivaci, profumi di cedro e spezie. 
Marrakech, mitica città, capitale della cultura, ha ispirato gli artisti, la moda e gli eventi; Marrakech "people", con i suoi palazzi di lusso e locali notturni. Marrakech, meta turistica da oltre un secolo, offre un sottile equilibrio tra i tesori del passato e l'energia continua delle culture viventi.

Giungiamo a Marrakech in tarda serata per recarci al Riad (le tradizionali case nobiliari marocchine) "Dar Tuscia", situato entro le mura della Medina e a pochi chilometri dalla piazza principale della città Jemaa el Fna. Una volta arrivati alla stazione centrale di Marrakech (prima abbiamo visitato Casablanca e Fes) abbiamo trovato ad attenderci l'autista (che avevamo richiesto tramite email al momento della prenotazione)È consigliabile in quanto, se non si conosce la Medina, può risultare difficile trovare l'hotel la prima volta. Personale disponibile, camera pulita e ben arredata, condizionatore e tranquillità. Colazione sufficiente, terrazza rilassante e hammam (a pagamento). Il Riad è a gestione femminile, les dames sapranno darvi consigli utilissimi su come muovervi in città, cosa visitare e come comportarvi in caso di persone troppo insistentiOttimo rapporto qualità/prezzo. (La moneta locale è il Dirham; 1 euro corrisponde a 11,1450 Dirham , 100 euro a 1.114, 50 Dirham).

Ciò che bisogna assolutamente vedere a Marrakech:

La Koutoubia (la moschea con il suo minareto), è stata costruita dalla dinastia almoaide in 40 anni (dal 1150),  con forme semplici, arredi sofisticati ed equilibrio delle sue proporzioni è considerata uno dei monumenti più belli del Maghreb. È stata usata come modello per due monumenti simili: la Giralda di Siviglia e la torre Hassan a Rabat. Il suo minareto di 77 m è visibile fino a 25 km. Illuminata di notte, è il "fiore all'occhiello" di Marrakech. Particolarmente bella la moschea che però non è accessibile ai turisti, ma solo alle persone di fede musulmana...un vero peccato! 




Piazza Jemaa el Fna è il cuore pulsante della città. Classificata Patrimonio Orale e Immateriale dell'Umanità dall'Unesco, deve la sua fama al suo spazio, la sua frequentazione ed il suo ambiente. Area pedonale è un luogo di incontro e di intrattenimento, con negozi e taverne che offrono cibi e bevande. Si possono ammirare cantastorie, indovini, incantatori di serpenti, acrobati e i famosi Gnawa che vibrano e rimbalzano al ritmo della "Krakachs" (nacchere metalliche) e ancora venditori di spremute, donne che fanno tatuaggi con l'hennè. Si passeggia perdendosi nei dedali di vie, accanto a motorini che sfrecciano all'impazzata, biciclette o carretti. Un caos organizzato! Ma è di notte che inizia la festa a Jemaa el Fna offrendo un ambiente medievale ed esotico, punto di incontro grazie ai cafè all'aperto che la circondano, in cui la città si trasforma in un grandissimo ristorante. Consiglio di mangiare in uno dei tanti banchetti che prepara piatti tipici marocchini, tra cui il "tajine" cucinato in svariati modi; si mangia bene e a poco prezzo oppure, per godersi la piazza al meglio, cenare in un ristorante che ha terrazzo con vista sulla piazza (come il Cafè du France), la sera con il tramonto.




La Medina e il sūq (il mercato organizzato) è un autentico labirinto di stradine e viuzze, praticamente è la città storica dentro le mura, se si è dei buon camminatori prima o poi si ritrova il varco in cui si è entrati ovvero facilmente allunghi il giro, tutti sono disposti a darti un aiuto o informazione in cambio di una mancia. Le mura della città antica, costruite in mattoni e lunghe 19 km annoverano una ventina di porte "Bab". Le porte sono punti di riferimento importanti per entrare o uscire dalla medina. Alcune, come Bb eh Debbagh e Bab Agnaou hanno mantenuto la loro architettura originaria. È il luogo dove si vede come scorre la vera vita marocchina, si vende, si compra, si contratta, si parla, si ride e si scherza; è un luogo magico dove sembra che il tempo si sia fermato! Percorrere la Medina di Marrakech rappresenta un'esperienza unica. Non si possono descrivere a parole i rumori, la confusione, i profumi, i cattivi odori e i colori della Medina. Impossibile resistere allo shopping. Vietata alle persone schizzinose o prevenute... bella e caratteristica tutta partendo sempre dal presupposto che siamo in un paese comunque povero e dove sicuramente non trovate pulizia profonda e benessere, ma comunque un modo diverso di vivere, dà l'impressione di essere reale e non solo turistica. Pericolo assente anche di notte. Evitate i ragazzini che al posto di darti indicazioni sui percorsi vi si "attaccano" e poi vogliono soldi.




Il Palazzo Bahia (Palazzo della Bella) è stato costruito nel tardo XIX secolo dall'architetto El Mekki, fu notevole per i suoi sofisticati arredi, i suoi giardini, fontane e cortili ombrosi, ma anche per il suo piano architettonico. Infatti, il palazzo ospitava la famiglia del grande visir Ba Ahmed Ben Moussa, cioè 4 mogli, 24 concubine ed innumerevoli bambini.
La disposizione delle stanze, porte e corridoi è progettata in modo che ciascuna possa proteggere la propria privacy ed evitare di incontrare gli altri. La lunga costruzione è durata 7 anni, da qui l'origine di una famosa espressione marocchina "la Bahia è finalmente finita!" usata per fare riferimento a un caso che ha richiesto molto tempo. Silenzioso e desolato. Oggi è un peccato che non sia curato come si dovrebbe; dà l'impressione di combattere tra un passato fastoso e un presente piuttosto indifferente. La cosa più bella sono sicuramente i nidi delle bellissime cicogne che mantengono forse viva la maestosità che doveva avere quel luogo in passato.




Il giardino Majorelle è un sito incantevole creato dal pittore francese Jacques Majorelle che nel 1922 si è stabilito qui. Qui potrete rilassarvi tra la sinfonia di luci e colori, fiori e piante esotiche, canti degli uccelli e fontane. L'artista dipinse le pareti della sua villa di architettura art decò e il giardino di un blu oltremare intenso e luminoso. Questo giardino blu nella città rosa è sorprendente, eppure è il cielo azzurro di Marrakech! Oggi di proprietà della Fondazione Pierre Bergé-Yves Saint-Laurent, il giardino Majorelle ospita il Museo di Arte Islamica e le ceneri del celebre stilista. All'interno anche un piccolo museo dedicato ai berberi, nuovissimo e ben tenuto e, una collezione di biglietti d'auguri disegnati dallo stilista francese. È il giardino più bello e curato della città con tante varietà di piante: bambù, piante grasse, ninfee e di pesci rossi. Si entra in un altro mondo, è tutto ben organizzato e c'è un senso di pace molto coinvolgente. Da visitare per trovare un attimo di pace nella bolgia di Marrakech.




La Madrassa Ben Youssef: costruzione Saadiana, gioiello di marmo, stucco, piastrelle e cedro è una grande università coranica che attira studenti da tutto il mondo musulmano (la più grande di tutto il nord Africa). Non è facile da trovare, ma una visita alla scuola coranica merita assolutamente. Si trova all'interno della medina, dunque, è un luogo perfetto per uscire dal frastuono della strada e dalle varie richieste delle persone. La Scuola Coranica si componeva di più di 100 camere per gli studenti e una Sala per la preghiera. Legni e marmi intarsiati e una struttura per l'epoca all'avanguardia. Ascoltare proprio dall'interno della scuola il muezzin che chiama a raccolta il popolo islamico è una bella sensazione. Il suo fascino risiede non solo nella bellezza dell'edificio, ma nella capacità evocativa del suo passato come luogo di cultura e formazione.




Essaouira: si trova lungo la costa atlantica del Marocco, a ovest di Marrakech, famosa soprattutto per la sua Medina sul mare presente nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. La fortezza, i muri bianchi e cangianti, la rilassatezza dei suoi abitanti, la Kasbah, le botteghe artigiane, rendono questa città unica e dal sapore europeo: nel 1756 i francesi ne fecero un perfetto esempio di architettura militare e la arricchirono con mura, torri, bastioni e porte riuscendo a coniugare perfettamente la cultura arabo-musulmana con quella d’oltre mare.
Essaouria, originariamente chiamata Mogador, cioè piccola fortezza, è da sempre un importante porto che collega il Marocco con il resto dell’Africa e dell’Europa. Le coste di Essaouria sono avvolte durante quasi tutto l’anno dalle brezze oceaniche e molti sono i surfisti e gli amanti del windsurf che la raggiungono per volteggiare sul pelo dell’acqua a largo della costa. Interessante osservare il  mercato del pesce e il lavoro dei pescatori e dei commercianti. I negozi vendono prodotti di artigianato locale, come ad esempio, prodotti in legno di tuia, vestiti ricamati e tappeti. Essaouira è la destinazione ideale per un soggiorno all’insegna di storia, arte e avventura. Consiglio la citta' tranquilla, rilassante... ma non per il mare! La spiaggia di Essaouira è larghissima, lunghissima e piuttosto chiara; si può passeggiare per ore e, addentrandosi, a un certo punto sembra proprio di stare nel deserto, con dune altissime, di colore ocra e rossiccio. Dalla mattina fino alla sera si può fare jogging, passeggiate a cavallo o a dorso di cammello, prendere il sole, ma ad eccezione delle ore più calde il vento che si alza è fastidioso e l'acqua non è proprio limpida e ideale per la balneazione. 




Escursione nel deserto: è stato, per me, sicuramente il momento più particolare e toccante per scoprire le più belle perle del Marocco, le preziose montagne dell'Alto Atlas, le oasi dalle esuberanti palme, le antiche e secolari Kasbe, le magnifiche città berbere con le loro costruzioni particolari, un paesaggio selvaggio formato da profondi canyon e gole del deserto con le sue fantastiche dune di sabbia. Niente più che inoltrarvi nel deserto vi farà avvicinare alla realtà del Paese, alla bellezza delle terre marocchine e vivere momenti indimenticabili al ritmo dei tamburi berberi. Il mio consiglio è di affittare una 4x4 dove una guida marocchina vi accompagnerà per tutta la durata del viaggio. Noi abbiamo scelto il tour da Marrakech verso Zagora, attraverso molti panorami diversi e unici. A Ouarzazate in direzione di Tinerhir, ci siamo fermati a visitare un interessante complesso: la "Qasba Taourirt", abitata sino a poco dopo gli anni trenta, oggi un interessante complesso turistico visitabile. Alle spalle del monumentale edificio si apre un piccolo villaggio tuttora abitato, interno alla kasbahNon c'e nulla di straordinario e non è arredato, ma ci sono delle curiosità architettoniche e dalle finestre si ha una bella panoramica della città e della valle. Nelle immediate vicinanze della suggestiva cittadina vi sono numerosi studi cinematografici (Atlas Film Corporation Studio), dove vennero (e vengono tuttora) girati svariati film ambientati nel deserto, tra i quali celebri produzioni epiche hollywoodianeDurante il viaggio abbiamo fatto diverse soste, abbiamo pranzato in ristoranti tipici  ed economici; nel pomeriggio siamo giunti dopo un'ora di cammino in sella ai dromedari, tra le dune della regione di Souss-Massa-Draâ, abbiamo ammirato un bellissimo tramonto, anche se una volta addentrati nel deserto ci ha avvolto una tempesta di sabbia...è stata una sensazione forte e indescrivibile...
Giunti all'accampamento berbero (con tende da 4 persone), nella tenda centrale i berberi ci hanno offerto la cena e abbiamo cantato, suonato, parlato con persone di ogni nazionalità e cultura.
Ognuno di noi porta dentro di sè un ricordo legato ad un particolare luogo... Io non potrò mai dimenticare l'emozione di trovarsi in una tempesta di sabbia in mezzo al deserto in sella al dromedario, il silenzio, le forti raffiche di vento, la notte in tenda per poi aspettare l'alba con tutto il suo incanto...
Il mio grazie va a tutti coloro che ci hanno accompagnato in questa avventura, per ciò che abbiamo visto e per la caratura umana delle persone che abbiamo conosciuto; per averla resa un'esperienza unica ed emozionante. Ci ritornerò sicuramente...






mercoledì 20 agosto 2014


Il miele conquista per la varietà di sapori che offre, per l'elevato valore nutritivo e per quella punta di dolcezza che ci regala e della quale non potremmo fare a meno. C'è chi lo ama d'acacia o d'agrumi. Chi preferisce i sapori forti e particolari e non può rinunciare a quello di castagno o di tiglio. Dalla natura e dal lavoro incessante delle api, ecco il miele, una dolce prelibatezza capace di sostituire egregiamente il tanto amato zucchero per dolcificare le bevande e i dolci e, creare contrasti di gusto nei piatti salati. 


Miele per tutti i gusti

Non esiste un'unica tipologia di miele. La classificazione principale deriva dalla sua origine: da una parte si ha il miele di melata (proveniente dalle piante), dall'altra il miele di nettare (proveniente da fiori). Se di origine floreale, troviamo poi il miele "monoflora", che nasce cioè da un'unica e, il cosiddetto "millefiori", che deriva da più specie vegetali. Tale incredibile varietà si riflette nel prodotto finale: il miele varia di colore, consistenza e tenore a seconda del fiore da cui si ricava e della pianta originale mantiene caratteristiche e proprietà.
E voi di che miele siete? Ecco di seguito una guida pratica per aiutarvi nella scelta del vostro prodotto preferito. Tutto è una questione di gusti, l'importante è acquistare un prodotto di qualità, che non abbia subito trattamenti artificiali e non contenga additivi.

Miele di acacia
È tra i mieli più noti e diffusi. Dal colore molto chiaro, ha un gusto piuttosto leggero e tende a mantenersi sempre liquido. È ottimo per addolcire le bevande e per accompagnare carni e pesci in umido.

Miele di arancio
Ha colore molto chiaro e sapore delicato. È adatto per addolcire le tisane; provatelo anche spalmato sul pane o nella preparazione di dolci.

Miele di castagno
Ha un colore scuro e un sapore marcato, tendente all'amarognolo. Si presta ad accompagnare carni grigliate e formaggi di media stagionatura.

Miele di corbezzolo
Può essere sia di colore scuro sia chiaro, con sfumature verdognole. È tra i mieli più amari. Si abbina bene con carni e formaggi.

Miele di erica 
Di solito è scuro e denso. Ha consistenza cremosa, ma si liquefa rapidamente quando si mescola. Dal sapore delicato è adatto per addolcire le tisane.

Miele di eucalipto
Si contraddistingue per la consistenza cremosa, con una dolcezza media. È adatto per addolcire le bevande e si sposa bene con cacciagione, olive nere e frutti di mare.

Miele di fiori d'arancio
Poco conosciuto in Italia, ma delizioso. Presenta sentori di agrumi ed è ottimo in pasticceria.

Miele girasole
Non molto diffuso, ha un colore chiaro, a volte tendente al giallo e, un gusto delicato e leggero. Esalta salse, carni e formaggi di media stagionatura.

Miele lavanda
Dal colore dell'ambra, solitamente di consistenza pastosa, ha un aroma delicato che rimanda al fiore da cui nasce. Provatelo con formaggi saporiti e pesce.

Miele di limone di Calabria 
Miele non troppo diffuso, ha sentori floreali e di zagara. È perfetto con i caprini.

Miele di melata

Questa tipologia nasce non dal polline del fiore, ma dalla melata, una secrezione di alcune piante o insetti succhiatori. Ha un colore molto scuro, quasi nero e, un sapore meno dolce e stucchevole dei mieli di nettare.

Miele millefiori 
Ha colore ambrato, sapore e profumo misti, intensamente aromatici. Ideale nella preparazione dei dolci, è perfetto anche con le carni bianche o per piatti in agrodolce.

Miele di rosmarino
Molto diffuso in tutto il Mediterraneo, è un miele chiaro e delicatamente profumato. Ottimo con pesci e carni in umido.

Miele di sulla
Ha un colore molto chiaro e un sapore delicato con una deliziosa nota caratteristica vegetale che lo rende adatto a qualsiasi uso.

Miele di tiglio
Ha colore giallo chiaro e un gusto deciso. Si usa spesso per dolcificare le tisane.








martedì 19 agosto 2014


Uno studio recente dell'Università del Colorado, negli Stati Uniti, riporta che chi soffre d'insonnia dovrebbe trascorrere le vacanze in campeggio; è sufficiente anche solo una settimana per tornare a dormire meglio. Gli esperti hanno proposto, infatti, ad un gruppo di persone di trascorrere una settimana in campeggio senza TV, cellulari e luci artificiali. All'inizio e alla fine dello studio, nel sangue dei pazienti, gli studiosi hanno misurato i livelli di melatonina, l'ormone che regola il sonno. Hanno così scoperto che, i pazienti avevano sincronizzato i tempi del proprio sonno con il tramonto e con l'alba dormendo meglio e più a lungo.
Dunque, chi soffre di insonnia potrebbe munirsi dell'attrezzatura per il camping e constatare se effettivamente il proprio ritmo sonno-veglia apporterà dei benefici o quanto meno..provare!

lunedì 18 agosto 2014

TANTI CONSIGLI, TRUCCHI E SUGGERIMENTI PER LA VOSTRA CASA, LA CURA DELLA VOSTRA PERSONA, LA CUCINA, IL GIARDINO E TANTO ALTRO ANCORA. PROVATELI E MEMORIZZATELI: SEMPLIFICHERETE LA VOSTRA QUOTIDIANITÀ E UN PO' GIOVERÀ ANCHE AL VOSTRO SALVADANAIO





PER LA CUCINA 
Se il formaggio si è indurito e ha perso sapore perchè ha preso aria o si è fatto stagionare troppo, ecco il rimedio per ammorbidirlo: immergetelo anche soltanto per qualche minuto in vino bianco o in aceto bianco diluito, si rammollisce e acquista ancora tutto il suo gradevole sapore.

Per mantenere morbida la carne del vostro pollo arrosto durante la cottura posizionate sulla base del forno un pentolino con due dita d'acqua che aiuteranno a mantenere l'umidità.

Per evitare che nella polenta si formino dei grumi, dovete portare l'acqua in ebollizione, spegnere il fuoco e solo allora versare la farina a pioggia, mescolare e riaccendere la fiamma sotto alla pentola per proseguire la cottura.


PER LA CURA DI VOI STESSE

I vostri denti tendono ad ingiallirsi? Sciacquate la bocca con una soluzione di aceto (di vino e/o di mele) e acqua, oppure preparate una miscela fatta di tre parti di succo di limone e una parte di sale. Applicatela sui denti, lasciatela agire per circa un minuto, sciacquate e lavatevi subito i denti. I primi risultati si vedranno dopo due settimane.

Avete le mani secche? Bollite una decina di castagne, poi frullatele al mixer con un cucchiaio di miele e un cucchiaino di succo di limone. Applicate la crema sulle mani e lasciate in posa per una decina di minuti. Le vostre mani diventeranno morbidissime!

PER LA CASA

Un candeggiante e ammorbidente naturale? Prendete delle bucce di limone e conservatele in frigorifero; quando state per fare il bucato, trasferitele in un sacchetto di stoffa e mettetelo direttamente nel cestello della lavatrice.

 Quando pulite i vetri vi rimangono dei fastidiosi aloni? Per averli brillanti, senza riflessi o macchie, sciogliete in un po' d'acqua e ammoniaca del borotalco e procedete alla pulizia.

Per eliminare il cattivo odore della pattumiera cospargete il fondo del contenitore con una cospargete il fondo del contenitore con una generosa manciata di timo secco.

PER IL VERDE

Se i fusti o le foglie delle vostre piante sono appiccicose provate a ripulirle con una soluzione al 50% di alcol denaturato e acqua; ripetete il trattamento dopo 10 giorni. Non vaporizzate mai con alcol puro la pianta. 

Le vostre piante sono infestate dalle formiche? Preparate un infuso utilizzando 100 g di foglie fresche o 10 g di foglie secche ogni litro d'acqua e distribuitelo lungo la loro pista: le terrà lontane.


domenica 17 agosto 2014

Per 4 persone

Difficoltà: facile

Preparazione: 10 min

Cottura: 1 h 


Ingredienti:
  • 4 sovrascosce di pollo 
  • 4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
  • 2 dl di brodo vegetale
  • 2 dl di vino bianco
  • sale q.b. 
  • 1 peperone giallo
  • 1 zucchina
  • 1 melanzana
  • 3 carote
  • 8 pomodorini datterini
Preparazione:
Mettete 2 cucchiai d'olio in una grande padella, fatelo scaldare e, dorate le sovracosce di pollo su tutti e due i lati. ● Versate il brodo ed il vino e portate ad ebollizione. Condite con il sale. Coprite e fate cuocere per un'ora facendo in modo che il pollo sia ben cotto da entrambe le parti. ● Intanto, lavate le verdure, spellate le carote e tagliatele a rondelle; tagliate a cubetti il peperone, la zucchina e la melanzana con la loro buccia. Soffriggeteli in due cucchiai di olio, in una casseruola, per 15 minuti a fuoco moderato e salate; 5 minuti prima di spegnere aggiungete i pomodorini e mescolate. ● Togliete la carne e adagiatela su un piatto da portata, fate restringere il sugo a fiamma viva per un minuto. ● Cospargete con il sughetto e con le verdure. Servite caldo.








"Prima del silenzio". Una notte d'inverno, la strada ghiacciata, neve tutt'intorno, un'auto sbanda, si schianta contro un albero, il guidatore è gravemente ferito. Aveva appuntamento con lo sconosciuto che poche ore prima aveva rapito suo figlio Sven, mentre era fuori casa con il fratello maggiore. Adesso tutto è inutile: l'uomo sa che sta per morire. E sa che anche suo figlio morirà. "Dopo il silenzio". Da ventitré anni lo psichiatra Jan Forstner vive con l'angoscia della scomparsa del fratellino. Tutto ciò che gli resta è un registratore che Jan aveva portato con sé la notte in cui erano usciti insieme e dove sono incise le ultime parole di Sven: "Quando torniamo a casa?" E poi il silenzio. E gli incubi che da quella notte non hanno smesso di tormentarlo. La notte in cui il padre è morto in un incidente d'auto. La vita di Jan si riassume tutta in quella notte: ha studiato psichiatria come suo padre, si è specializzato in criminologia e ora è tornato al punto di partenza: alla Waldklinik, la clinica dove lavorava il padre e dove adesso lavorerà anche lui. Vorrebbe ricominciare a vivere, lasciarsi alle spalle l'incubo, ma quando una paziente della clinica si suicida. Jan si trova coinvolto in un'indagine che svelerà un segreto atroce rimasto sepolto per ventitré anni...


RECENSIONE
Con Il superstite Wulf Dorn, autore del noto best-seller planetario La psichiatra, ci riporta nuovamente alle atmosfere cupe e misteriose dello psycotriller. Questo genere ormai quotato in Germania in cui crimini, mistero e psicologia vengono miscelati è per Dorn una vera e propria lotta con la paura. Perchè l'originalità dei suoi romanzi è nello svolgimento di un'indagine senza coinvolgere commissari di polizia.
C’è sempre una doppia indagine nei romanzi di Dorn, quella alla ricerca di un colpevole e quella, più importante ancora, all’interno di menti malate alla ricerca delle motivazioni che spingono al delitto. È chiaro che le due indagini finiscono per intrecciarsi indissolubilmente, la seconda più interessante della prima, anche per le conoscenze specifiche dello scrittore. Che tuttavia abusa in maniera un poco eccessiva, ne Il superstite, di comportamenti limite di casi disturbati, quasi che tutti gli psicopatici o i ‘fuori di testa’ fossero calamitati verso la Waldklinik. Però Wulf Dorn sa trascinare il lettore, seminando indizi, fuorviandolo, capovolgendo i sospetti. Lasciandolo con il fermo proposito di non ricorrere mai all’aiuto di uno psichiatra.


sabato 16 agosto 2014

Lavorare in un ospedale psichiatrico è difficile. Ogni giorno la dottoressa Ellen Roth si scontra con un'umanità reietta, con la sofferenza più indicibile, con il buio della mente. Tuttavia, a questo caso non era preparata: la stanza numero 7 è satura di terrore, la paziente rannicchiata ai suoi piedi è stata picchiata, seviziata. È chiusa in se stessa, mugola parole senza senso. Dice che l'Uomo Nero la sta cercando. La sua voce è raccapricciante, è la voce di una bambina in un corpo di donna: le sussurra che adesso prenderà anche lei, Ellen, perché nessuno può sfuggire all'Uomo Nero. E quando il giorno dopo la paziente scompare dall'ospedale senza lasciare traccia, per Ellen incomincia l'incubo. Nessuno l'ha vista uscire, nessuno l'aveva vista entrare. Ellen la vuole rintracciare a tutti i costi ma viene coinvolta in un macabro gioco da cui non sa come uscire. Chi è quella donna? Cosa le è successo? E chi è veramente l'Uomo Nero? Ellen non può far altro che tentare di mettere insieme le tessere di un puzzle diabolico, mentre precipita in un abisso di violenza, paranoia e angoscia. Eppure sa che, alla fine, tutti i nodi verranno al pettine...


RECENSIONE
L'autore ha creato una trama fittissima e intrigata come una ragnatela...
Ellen Roth è una delle psichiatre più competenti della Waldklinik: il suo punto forte è quello di immedesimarsi nel dolore delle persone, di mettersi sulla loro lunghezza d'onda per cercare di capire il loro disagio e, di conseguenza, risolverlo.
Questo è quanto ha in mente di fare anche con la misteriosa paziente che si trova nella stanza numero 7: una ragazza giovane, potrebbe avere la sua età, timida, schiva, terrorizzata da tutto... Chi è la donna misteriosaChi ha paura dell'uomo nero? tutti da bambini abbiamo sentito parlare dell'uomo nero....può vivere nell'armadio o sotto il letto, ma sicuramente può essere il peggior incubo per un bambino.
Ma questa volta non è un bambino a temerlo ma una donna impaurita, picchiata e seviziata da non si sa chi. Secondo la donna si tratta dell'uomo nero....l'uomo nero che verrà a riprenderla perchè nessuno può proteggerla e prenderà anche lei, la dottoressa Ellen Roth, per la quale comincia un incubo che la porta ai confini della pazzia.
Quando la paziente scompare nel nulla per la dottoressa comincia un vero incubo. Chi è l'uomo nero e cosa vuole da lei? Chiunque può essere l'uomo nero e questa consapevolezza la porta a dubitare di tutto e tutti.
La trama si infittisce sempre di più e Wulf Dorn è capace di trasportare anche il lettore con la protagonista sull'orlo dell'abisso.
Grande thriller psicologico, unico nel suo genere.
Da sempre Rose, nell'attimo che precede la sera, alza lo sguardo a cercare la prima stella del crepuscolo. È quella stella, anche ora che la sua memoria sta svanendo, a permetterle di ricordare chi è e da dove viene. La riporta alle sue vere radici, ai suoi diciassette anni, in una pasticceria sulla rive della Senna. Il suo è un passato che nessuno conosce, nemmeno l'amatissima nipote Hope. Ma adesso per Rose, prima che sia troppo tardi, è venuto il tempo di dar voce a un ultimo desiderio: ritrovare la sua vera famiglia, a Parigi. E, dopo settanta lunghi anni, di mantenere una promessa. Rose affida questo compito alla giovane Hope, che non ha nulla in mano se non un elenco di nomi e una ricetta: quella dei dolci dal sapore unico e inconfondibile che da anni prepara nella pasticceria che ha ereditato da Rose a Cape Cod. Ma prima di affidarle la sua memoria e la sua promessa, Rose lascia a Hope qualcosa di inatteso confessandole le proprie origini: non è cattolica, come credeva la nipote, ma ebrea. Ed è sopravvissuta all'Olocausto. Hope è sconvolta ma determinata: conosceva l'Olocausto solo attraverso i libri, e mai avrebbe pensato che sua nonna fosse una delle vittime scampate all'eccidio. Per questo, per dare un senso anche al proprio passato, Hope parte per Parigi. Perché è nei vicoli tra Place des Vosges, la sinagoga e la moschea che è nata la promessa di Rose, una promessa che avrà vita finché le stelle saranno in cielo...




La celiachia è una malattia, spesso, subdola e può portare seri danni ad un organismo in crescita: perciò una diagnosi precoce è di peculiare importanza. Di essa si sa che alcuni geni del complesso maggiore di istocompatibilità determinano la predisposizione all'intolleranza al glutine: la seconda più diffusa al mondo, dopo quella al lattosio.
Se la terapia senza glutine rimane l'unico trattamento idoneo, ci si dirige soprattutto in ambito diagnostico per anticipare al massimo l'insorgenza della malattia. Fino agli anni Novanta era necessario ricorrere alla biopsia intestinale per identificare l'intolleranza al glutine, invece, attualmente il primo approccio avviene a partire dal dosaggio degli anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio, ritenuti marcatori sierologici di grande affidamento. Nel prossimo futuro, tuttavia, potrebbe registrarsi un approccio del tutto nuovo. 
 Un'équipe pedagogica dell'ospedale pediatrico del Gaslini di Genova ha, infatti, scoperto la positività dei celiaci agli anticorpi diretti contro il rotavirus, responsabile delle più diffuse forme di gastroenterite virale nei bambini fino ai cinque anni. Con una semplice analisi del sangue è oggi possibile prevenire l'insorgenza della malattia celiaca nei soggetti geneticamente predisposti con largo anticipo rispetto ai test diagnostici convenzionali.

L'ASSOCIAZIONE ITALIANA CELIACHIA FORNISCE LA LISTA DEGLI ALIMENTI VIETATI:

Cereali, farine e derivati: Frumento (grano), orzo, farro, kamut, avena, segale, monococco, spelt, triticale, farine, amidi, semola, semolini, creme e fiocchi dei cereali vietati, primi piatti preparati con i cereali vietati (paste, paste ripiene, gnocchi di patate, gnocchi alla romana, pizzoccheri, crȇpes), pane e prodotti sostitutivi da forno, dolci e salati, preparati con i cereali vietati (pancarrè, pangrattato, focaccia, pizza, piadine, panzerotti, grissini, cracker, fette biscottate, taralli, crostini, salatini, cracotte, biscotti, merendine, pasticcini, torte), germe di grano, farine e derivati etnici (bulgur o boulgour o burghul), couscous (da cereali vietati), cracked grano, frik, greis, greunkern, seitan, tabulè, crusca dei cereali vietati, malto dei cerali vietati, prodotti di prima colazione a base di cerali vietati (soffiati, in fiocchi, müsli, porridge), polenta taragna (se la farina di grano saraceno è amalgamata con farina di grano).

Carne, pesce e uova: Carne o pesce impanati (cotoletta, bastoncini, frittura di pesce, ecc.) o infarinati o miscelati con pangrattato (hamburger, polpette, ecc.) o cucinati in sughi e salse addensanti con farine vietate.

Latte, latticini, formaggi e derivati: Piatti pronti a base di formaggio impanati con farine vietate; yogurt al malto, ai cereali, ai biscotti; bevande a base di avena.

Verdura e legumi: Verdure (minestroni, zuppe, ecc.) con cereali vietati; verdure impanate, infarinate, in pastella con ingredienti vietati.

Frutta: Frutta disisdratata infarinata (fichi secchi, ecc.).

Caffè, tè, tisane: Caffè solubile o surrogati del caffè contenenti cereali vietati (es.orzo o malto); bevande e preparati a base di cereali (es. malto, orzo, segale); orzo solubile e prodotti analoghi.

Alcolici: Birra da malto d'orzo e/o frumento.

Dolciumi: Cioccolato con cereali, torte, biscotti e dolci preparati con farine vietate e/o ingredienti non idonei.

Grassi, spezie, condimenti e varie: Lievito naturale o lievito madre o lievito acido; seitan.



giovedì 14 agosto 2014

Lo yogurt greco con la frutta e/0 con il miele è un piatto della cultura ellenica dal sapore delicato e davvero semplice, salutare, energico.

Per 2 persone

Difficoltà: facile

Preparazione: 5 min.


Ingredienti:
  • 300 g di yogurt greco
  • 2 noci pesche 
  • 1 pera
  • 1 mela 
  • 2 kiwi
  • 8 ciliegie

Preparazione:
Lavate bene i frutti, sbucciate la pera e i kiwi e tagliate la frutta in spicchi.  Posizionate sul fondo di una ciotolina lo yogurt e ricoprite con la macedonia.

(Potete sostituire i frutti di questa ricetta con altri a piacimento o con frutta di stagione. 
Se volete, ultimate versando un cucchiaio di miele su ciascuna porzione.)